Salvia Divinorum
La Salvia divinorum è conosciuta da molti secoli per le proprietà allucinogene e utilizzata dagli sciamani delle popolazioni mazateche della regione di Oaxaca sia nelle iniziazioni sciamaniche, sia durante le cerimonie di guarigione. Gli indiani mazatechi attribuiscono alla Salvia divinorum nomi che ricordano il suo legame con la Vergine Maria (Ska Maria Pastora, hojas de Maria, Yerba Maria), della quale è ritenuta essere l’incarnazione.
Gli effetti allucinogeni della Salvia sono da attribuire alla salvinorina A, la molecola farmacologicamente attiva nella pianta, identificata da Ortega ed isolata da Valdes nei primi anni ’80. Dal 2005 la Salvia divinorum e la salvinorina A sono state inserite nella Tabella I delle sostanze stupefancenti o psicotrope sottoposte a vigilanza e a controllo.
L’attività farmacologica della salvinorina A può essere paragonata a quella degli allucinogeni sintetici LSD (dietilamide dell’acido lisergico) e DOB (4-bromo-2, 5-dimetossifenilisopropilamina), rispetto ai quali si differenzia per il meccanismo d’azione: essa è, infatti, un potente antagonista dei recettori k per gli oppioidi la cui stimolazione sembra essere correlata agli effetti psicotropi associati al consumo della Salvia; non ha, inoltre, alcuna affinità per i recettori serotoninergici che rappresentano il principale costituente degli allucinogeni classici (LSD, N,N-dimetiltriptamina, psilocibina, mescalina).
Modalità di assunzione
La Salvia divinorum viene consumata in diversi modi: le foglie fresche possono essere masticate o utilizzate per preparare un tè; le foglie essiccate possono essere invece masticate o fumate.
La somministrazione per via inalatoria di 200-500 µg di salvinorina A causa la comparsa di allucinazioni; gli effetti insorgono dopo circa 30 secondi dall’inalazione, raggiungono una fase di plateau in 5-10 minuti e scompaiono dopo 20-30 minuti.
Uso ricreazionale ed uso terapeutico
Le allucinazioni provocate dall’assunzione della Salvia divinorum sono solitamente visive, uditive e tattili: sono state descritte dai consumatori visioni di superfici bilaterali, percezione di ritorno a luoghi del passato (sopratutto dell’infanzia), sensazioni di movimento, di essere tirati da una qualche forza sconosciuta, sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione, euforia immotivata e incontrollabile, e vissuti di esperienze extracorporee (come, ad esempio, la sensazione di trovarsi in più luoghi contemporaneamente).
Gli estratti della Salvia divinorum sembrano possedere anche proprietà antidepressive (presumibilmente per l’effetto antidepressivo esercitato dagli antagonisti selettivi del recettore k per gli oppioidi). Un altro potenziale utilizzo terapeutico potrebbe riguardare il trattamento di patologie caratterizzate da disturbi della percezione, quali schizofrenia, disturbi bipolari e malattia di Alzheimer.
Tradizionalmente, in Messico, questa pianta viene utilizzata per il trattamento di numerose patologie quali cefalea, reumatismi, gonfiore addominale e diarrea.
Effetti collaterali
Gli effetti avversi conseguenti all’uso prolungato di estratti della Salvia divinorum sembrano comprendere: depressione, schizofrenia e flashback negativi (effetti simili a quelli riportati per l’LSD), nausea, incoordinazione motoria, vertigini, riduzione del battito cardiaco e sensazioni di freddo.
Sotto effetto della Salvia divinorum, inoltre, è possibile incorrere in una serie di rischi correlati ad una alterazione della percezione dell’ambiente circostante (per tale motivo può essere, ad esempio, rischioso stare vicini a finestre).
Mescolare la Salvia con altre sostanze ne rende imprevedibili gli effetti.
Riferimenti bibliografici
Istituto Superiore di Sanità (2010) Smart Drugs. Seconda edizione, Roma
Psychonaut Web Mapping Research Group (2009) Salvia Divinorum report. Institute of Psychiatry, King’s College London: London, UK