Natale… Che tristezza!

Il Natale è alle porte, ma non per tutti sembra essere una festa. Da molti anni nella letteratura scientifica si trovano studi che indagano la relazione tra il Natale e l’aumento dell’incidenza del disturbo depressivo nella popolazione generale.
La depressione è di per sé uno dei disturbi mentali più comuni, ma cosa può esserci nel Natale che ci rende ancora più depressi? E, soprattutto, cosa possiamo fare per non soccombere a questo stato? Apparentemente le feste natalizie sono il periodo più gioioso dell’anno, pieno di luci, colori, regali, un’opportunità di riunirsi in famiglia, di rivedere persone che vivono lontane, etc.
Solo apparentemente, appunto.
Gli studi in letteratura (principalmente studi di casi singoli e studi statistici) affermano che i fattori di stress in cui ci imbattiamo durante le festività natalizie sono molteplici e investono i piani socioeconomico, psicologico e biologico. Vediamone alcuni:
- Il cambio di stagione e la riduzione della quantità di luce sono elementi che concorrono allo sviluppo del Disturbo Affettivo Stagionale, ma il Natale porta con sé qualche disagio ulteriore. Alcune persone si sentono depresse e più irritabili in questo periodo a causa dell’eccessiva commercializzazione del Natale, dello shopping forzato e del focus rivolto agli eventi sociali e ai regali “perfetti”. Una tipica credenza che ci guida in questo periodo è il dover comprare i regali per tutti, magari anche coloro verso i quali riponiamo meno “simpatia”, perché sembrerebbe maleducato escluderlo e potrebbe comportare conseguenze spiacevoli. Tuttavia, già solo il correre in giro per negozi sovraffollati a cercare regali, soprattutto negli ultimi giorni prima del cenone, ci rende vittime di un eccessivo carico di stress.
- Per altri il Natale, con il suo clima di felicità a tutti i costi, diventa l’elemento trigger che aggrava un disagio psichico già esistente, in cui la persona si chiude in se stessa, guarda in maniera pessimistica e ruminativa il proprio passato e si sente sola, oppure inizia un’eccessiva riflessione sulle “ingiustizie della vita”, paragonandosi ad altri che sembrano essere più fortunati ed avere molto di più.
- La famiglia, in particolare, sembra essere uno degli elementi principali nello sviluppo di questa forma di depressione, sia per coloro che vivono con terrore e ansia il dover rivedere parenti con cui non amano trascorrere il tempo e con cui non si sentono a proprio agio, sia per quelle persone che, al contrario, o non hanno una famiglia con cui trascorrere le feste o hanno subito delle perdite che ancora stanno cercando di affrontare e superare.
Che cosa fare?
Che cosa possiamo fare, quindi, se sentiamo che il nostro umore tende al negativo durante questo periodo natalizio?
- Evitiamo di rimuginare sul nostro stato d’animo e sulla nostra inquietudine: quasi sicuramente è un momento passeggero, più stressante del solito, che passerà e non si cronicizzerà;
- stabiliamo dei limiti di spesa per i regali, le cene e gli eventi sociali in cui saremo coinvolti, così da non ritrovarci in difficoltà economiche (o con chili di troppo) dopo le feste: possiamo, ad esempio, saltare le cene o gli aperitivi che meno ci interessano, soprattutto se coinvolgono persone con cui non abbiamo nulla da spartire;
- non accettiamo passivamente le rappresentazioni del “Natale perfetto”, in cui si deve essere felici a tutti i costi, che ci vengono quotidianamente offerte dai mass media, dalle istituzioni o dagli altri: cerchiamo di mantenere delle aspettative realistiche (senza immaginare grossi cambiamenti nella nostra vita), siamo presenti e godiamo dei singoli momenti come meglio possiamo;
- valorizziamo ciò che abbiamo, piuttosto che focalizzarci su quello che non abbiamo;
- cerchiamo di non ruminare eccessivamente sulla nostra vita passata e su ricordi di festività passate felicemente, magari con persone che non ci sono più: questo non fa che scatenare il confronto con la situazione attuale e rattristarci ancora di più;
- lasciamoci coinvolgere in attività piacevoli, che ci interessano e ci divertono;
- possiamo anche partecipare ad eventi di volontariato per aiutare le persone meno fortunate di noi.
Ricordiamo, tuttavia, che se la depressione ci sembra seria, non gestibile autonomamente e si protrae per un lungo periodo, sarebbe opportuno rivolgersi a uno specialista, ad esempio uno psicologo o uno psicoterapeuta per una valutazione.